La morte all’estero è un’evenienza che, per quanto spiacevole e complessa da risolvere, è necessario mettere in conto quando si viaggia in Paesi diversi da quello di residenza o ci si trasferisce in Paesi stranieri per brevi periodi di tempo. Molto spesso, i decessi all’estero sono conseguenza di instabilità politica o calamità naturali. Altrettanto frequentemente, sono da ricondurre ad una fatalità, ovvero ad eventi casuali e non prevedibili che colgono impreparati.
Quando un cittadino residente in Italia muore all’estero, i parenti più stretti sono tenuti ad occuparsi del rimpatrio della salma nel Paese di origine. Oltre ad affrontare il trauma del lutto, per riportare il defunto a casa i familiari devono seguire un complesso iter burocratico e assolvere ad una serie di adempimenti procedurali obbligatori per legge.
Il rimpatrio della salma da una Paese estero è regolamentato da una serie di disposizioni internazionali, tra cui quelle contenute nella Convenzione di Berlino del 10 febbraio 1937. L’accordo è stato firmato da 14 Paesi (Italia, Austria, Belgio, Egitto, Francia, Germania, Messico, Portogallo, Repubblica Ceca, Repubblica Democratica del Congo, Romania, Slovacchia, Svizzera e Turchia) e stabilisce le procedure da seguire per il rimpatrio della salma da/per i Paesi aderenti alla Convenzione.
Innanzitutto, l’accordo internazionale siglato nel 1937 prevede che per il rimpatrio della salma si disponga del passaporto mortuario. Si tratta di una carta di decesso all’interno della quale sono indicate le generalità del defunto, oltre che la data, il luogo e le cause di morte. Nello specifico, inoltre, la Convenzione di Berlino stabilisce che:
Le indicazioni sopra elencate sono disposizioni base che è bene conoscere per non lasciarsi trovare impreparati in caso di morte all’estero di una persona vicina. A voler scendere ancor di più nel dettaglio, è possibile consultare il testo della Convenzione di Berlino per capire come funziona il trasporto della salma via aerea, via mare o su gomma.
Se la morte avviene in un Paese estero non aderente alla Convenzione di Berlino del 1937, per il rimpatrio della salma è necessario rivolgersi alle Autorità diplomatiche e consolari del Paese in cui è avvenuto il decesso. Saranno gli organi preposti a supportare i familiari del defunto nella gestione e nell’organizzazione del rimpatrio.
Il trasporto della salma dall’Italia verso un Paese non firmatario, invece, è gestito direttamente dalla Prefettura. Se un proprio familiare muore in Italia ed è residente in altro Paese non aderente alla Convenzione, la Prefettura provvederà a seguire la pratica di rimpatrio dando indicazioni puntuali circa le procedure da seguire e i documenti da presentare.
Quando una persona muore all’estero, chi è in Italia e si occupa in prima persona della gestione del rimpatrio della salma è tenuto ad effettuare la trascrizione del decesso. Affinché questa procedura vada a buon fine, è necessario presentare i seguenti documenti:
Come già anticipato, per il rimpatrio della salma in caso di morte all’estero è necessario disporre del passaporto mortuario. Questa carta viene rilasciata dal Consolato, previa presentazione di alcuni documenti. Tra questi, ci sono il certificato di morte, il certificato dell’autorità sanitaria locale, il certificato che esclude le malattie infettive dalle cause di morte, l’autorizzazione del Comune dove avverrà la sepoltura della salma e il documento che attesta la cittadinanza italiana del defunto qualora non fosse iscritto all’AIRE.
Il passaporto mortuario per il rimpatrio della salma è rilasciato dall’Autorità Consolare Italiana collocata nel Paese estero in cui è avvenuto il decesso. In Italia, il documento è rilasciato dalla Prefettura.
I tempi necessari per il rimpatrio della salma variano a seconda di numerosi fattori: causa di morte, Paese in cui è avvenuto il decesso e lontananza dello stesso rispetto al Paese di destinazione. In media, il trasporto richiede 5-9 giorni. Le spese da sostenere per il rimpatrio della salma vanno dai 1.800€ ai 18.000€. I fattori che concorrono alla composizione del prezzo finale sono la tipologia di trasporto scelto, la distanza da percorrere, la cura della salma, l’acquisto della bara e la compilazione di tutta la documentazione necessaria.
Se la morte è avvenuta a seguito di una malattia infettiva, per il rimpatrio della salma è necessario che il cadavere, prima del trasporto, venga avvolto in un lenzuolo imbevuto di una soluzione antisettica e, successivamente, collocato all’interno del feretro.