Se la morte della persona avviene tra le mura domestiche, è necessario contattare il personale medico che, recandosi presso l’abitazione, provvede a constatare la morte e a predisporre la documentazione che ne attesti ufficialmente il decesso. La dichiarazione di morte non dev’essere effettuata obbligatoriamente dal medico di famiglia, ma può essere gestita anche da un altro medico competente in materia.
Nel momento in cui la morte viene dichiarata pubblicamente, sono richiesti il codice fiscale e un documento che certifichi l’identità della persona venuta a mancare. Possono essere richieste anche altre informazioni riguardo le cause che possono aver portato alla morte del familiare.
Quando il medico ha redatto tutta la documentazione necessaria, occorre notificare l’avvenuto decesso all’ufficiale di Stato Civile del Comune, recandosi fisicamente presso gli uffici preposti o inviando elettronicamente la documentazione, incluse le informazioni anagrafiche e il certificato di morte prodotto dal medico. Solo dopo l’avvenuta ricezione da parte dell’organo competente, il Comune provvede a rimuovere nome e cognome del defunto dai pubblici registri.
Se la morte avviene in ospedale o in un’altra struttura sanitaria, è la direzione ospedaliera della stessa struttura in cui l’evento si è verificato a provvedere al certificato di morte, senza che sia necessario l’intervento del medico di famiglia. In questi casi, famiglia del defunto può recarsi all’ufficio preposto all’interno della struttura ospedaliera per ritirare l’intera documentazione.
In caso di decesso in luogo pubblico, i comportamenti da adottare sono diversi. Infatti, è richiesto l’intervento delle forze dell’ordine e di un medico necroscopo. Quest’ultimo si occupa di accertare ufficialmente la morte della persona, dopo aver svolto tutte le analisi del caso. In seguito a tali operazioni, il corpo del defunto può essere trasportato nel luogo desiderato e predisporre la cerimonia funebre, secondo il rito che si preferisce adottare.
Quando una persona muore all’estero, occorre contattare il Consolato o l’Ambasciata italiana più vicina al luogo del decesso, così da ottenere il nulla osta per il trasporto della salma nel Paese di origine. A questo riguardo, è opportuno ricordare che alcune polizze assicurative includono la possibilità di rimpatriare la salma in caso di morte all’estero.
Di fronte al decesso di una persona cara, è necessario tener conto della variabile emotiva, ma anche risolvere una serie di incombenze burocratiche. Di seguito, i principali adempimenti dei quali è necessario occuparsi quando muore un parente vicino:
Questo iter può essere gestito in autonomia nelle settimane immediatamente successive alla morte del defunto. Nel caso non ci si sentisse pronti ad affrontarlo da soli, si può richiedere l’aiuto di un avvocato.
Il rimpatrio della salma è una procedura necessaria quando una persona muore all’estero. In questo caso, uno dei familiari del defunto è tenuto a contattare l’Ambasciata italiana più vicina al luogo del decesso per ottenere il nulla osta e procedere con il trasferimento della salma.
Quando un familiare viene meno tra le mura domestiche, è buona norma contattare il suo medico di base. Nel caso quest’ultimo non fosse disponibile, è possibile contattare il 118 e chiedere supporto ad un medico della guardia medica, che provvederà al rilascio del certificato di morte.
Quando la persona muore in ospedale, salvo diverse volontà espresse dalla famiglia, il corpo è disponibile dopo 24 ore dal decesso. Si ricorda che numerose strutture ospedaliere offrono la possibilità di allestire una camera ardente alla quale possono accedere amici e familiari per salutare il defunto prima del funerale.