La parola eredità indica l’insieme dei rapporti patrimoniali attivi e passivi che possono essere trasmessi al momento della morte della persona che li deteneva.
Nell’eredità sono compresi i beni di proprietà, i crediti e i debiti della persona scomparsa.
Il trasferimento di questo patrimonio ereditario viene definito successione e può essere di tre tipi: testamentaria, legittima o necessaria. Nella successione testamentaria il defunto dispone nel testamento l’assegnazione del proprio patrimonio a eredi ed eventuali legatari. Nella successione legittima, in caso di mancanza di un testamento o in presenza di un testamento dichiarato in seguito invalido, la legge interviene individuando gli eredi tra gli stretti congiunti del defunto e può riguardare anche solo eventuali beni rimasti al di fuori del testamento. La successione necessaria viene applicata quando il testatore suddivide i propri beni senza rispettare i diritti - garantiti per legge - dei congiunti più stretti, cui spetta sempre una quota di eredità.
L’eredità non è assegnata automaticamente, ma deve essere accettata. L’accettazione non può essere solo parziale, ma deve essere totale e può essere espressa in due modi: formale, con l’intervento del notaio o del cancelliere del tribunale del Comune dell’ultimo domicilio del defunto; oppure tacita, desumibile da un comportamento che manifesti la volontà dell’accettazione.
Per poter ereditare bisogna essere viventi, o anche solo concepiti al tempo dell’apertura della successione (nati non oltre 300 giorni dalla morte del testatore). Possono succedere ereditariamente anche persone giuridiche, sia già esistenti, sia che debbano ancora essere costituite secondo le modalità dettate dal redattore del testamento. Si può perdere il diritto di successione per indegnità o per avere commesso atti gravi nei confronti del defunto o dei suoi congiunti, a meno che il testatore non riabiliti la persona a succedere indicandolo espressamente nel testamento.
L’accettazione dell’eredità comporta l’apertura della successione, il cui primo atto è la consegna all’Agenzia delle Entrate della dichiarazione di successione, così da determinare le tasse che devono essere pagate sui beni e sui crediti ricevuti. Questa dichiarazione può essere evitata quando il patrimonio ereditato è inferiore ai 100mila euro e gli eredi sono solo coniuge e figli.