Il corteo funebre è il seguito di parenti, amici o conoscenti che segue il trasporto della salma nei tragitti che conducono ai luoghi in cui si svolge la cerimonia del funerale.
La tradizione del rito cristiano vuole che il corteo composto da parenti, amici o anche semplici conoscenti segua il feretro del defunto partendo dal luogo in cui è stata allestita la camera ardente per arrivare alla chiesa o tempio e poi al cimitero. Se non è prevista cerimonia religiosa, il corteo funebre accompagna il feretro direttamente al cimitero.
Oggi non sempre è possibile mantenere questa usanza, soprattutto nelle grandi città, dove il corteo rappresenta un ostacolo alla viabilità troppo difficile da gestire. L’usanza continua invece nelle cittadine e nei paesi di provincia, con cortei spesso composti anche da centinaia di persone.
Il corteo funebre segue oggi per lo più il carro funebre, cioè l’auto messa a disposizione da un’impresa del settore delle pompe funebri che trasporta la bara o la cassa con il corpo del defunto. Anticamente il trasporto avveniva a braccia – sistema oggi utilizzato solo in situazioni del tutto eccezionali e che richiede l’autorizzazione dell’Ufficiale di Stato Civile – o con il carro trainato da cavalli.
Dietro al carro funebre si posizionano i parenti più stretti del defunto e, a seguire, gli amici e le persone più intime. In posizione subordinata seguono i semplici conoscenti. Sui due fianchi del carro funebre sono in genere posizionati alcuni fiocchi che possono essere impugnati dagli amici più cari del defunto. Davanti all’auto vengono condotte, quando presenti, le composizioni di fiori dedicate alla persona deceduta.
I regolamenti comunali sono tutti concordi nello stabilire che un corteo funebre deve seguire il percorso più breve per raggiungere il luogo di svolgimento del funerale e poi il cimitero. In alcune parti d’Italia usanza vuole che, al passaggio del corteo, i negozi che si affacciano sul percorso abbassino le serrande in segno di rispetto. Lo svolgimento del corteo funebre può essere vietato dal Dirigente del Servizio di Igiene Pubblica dell’Azienda USL in caso di morte per malattie infettive.