La tassa di successione interessa tutte le persone che, in seguito alla morte di una persona cara, ricevono in eredità un bene mobile o immobile, del denaro o anche dei diritti reali. L’obiettivo, dunque, è quello di trasferire il patrimonio dal defunto ai suoi eredi. Il calcolo di tale somma di denaro da versare direttamente all'Agenzia delle Entrate viene eseguito sulla base della Dichiarazione di successione. Quest’ultima è presentata direttamente dai soggetti interessati, per manifestare il loro diritto.
La tassa viene pagata in caso di successione. Tale situazione si verifica nel momento in cui un soggetto subentra nei ruoli giuridici di un altro, ad esempio per causa di morte. Si tratta quindi di un subentro definito dal testamento, grazie al quale si trasferiscono all’erede alcune o tutte le proprietà. Affinché il passaggio si concluda è essenziale versare un tributo agli enti competenti. Tale somma prende il nome di tassa di successione.
Il documento che avvia l’intera procedura è la Dichiarazione di successione. Si tratta di un modello da presentare all’Agenzia. Nell’atto deve essere indicato l’asse ereditario. Si parla, dunque, di tutti i beni che rientrano nell’eredità. Tali beni vengono esplicitamente sottoscritti nel testamento del defunto.
La Dichiarazione di successione deve essere presentata direttamente dagli eredi, dai legatari oppure dai loro rappresentanti legali. Infatti, nel caso in cui non siano gli eredi a occuparsi personalmente dell'atto, questi hanno la possibilità di delegare un individuo che si occupi esclusivamente degli aspetti burocratici.
In alternativa, la Dichiarazione può essere presentata anche per mano dei curatori delle eredità giacenti, degli amministratori dei beni lasciati oppure dell’esecutore testamentario. Quest’ultimo individuo viene nominato direttamente dalla persona defunta prima del suo decesso ed è una persona di fiducia, con l’incarico di assicurarsi che le volontà del testamento siano rispettate.
Il calcolo preciso della somma di denaro da versare viene effettuato direttamente negli uffici dell'Agenzia delle Entrate. È possibile, in ogni caso, stimare tale importo in maniera autonoma, per comprendere al meglio quali sono gli aspetti che contribuiscono alla definizione dell’imposta di successione e per prevedere la spesa.
Il metodo applicato implica la definizione della base imponibile. Si tratta della differenza tra due termini:
Dopo aver individuato la base imputabile, tale valore netto deve essere suddiviso per le singole quote, a seconda del numero di eredi coinvolti. Inoltre, è bene sapere che, quando tra i beni dell’attivo è presente un bene immobile, si devono considerare anche tutte le spese dovute per le imposte ipotecarie e catastali e i tributi minori collegati a tale bene. Si tratta, solitamente, di una percentuale molto bassa che varia tra il 2% e l’1%.
Dopo aver individuato l’esatto importo dell’imposta di successione, l’Agenzia si occupa di notificare tale importo al beneficiario mediante un avviso di liquidazione. Solo a tal punto, il soggetto interessato può procedere con il pagamento mediante modello F24, entro 60 giorni dalla notifica.
Il valore dell’aliquota rappresenta la percentuale del valore imponibile, in base alla quale si definisce l’imposta da pagare. Tale numero dipende anche dal grado di parentela che intercorre tra defunto ed eredi. Si possono distinguere tre situazioni:
Nel caso in cui le persone coinvolte siano legate da rapporti molto stretti e di primo grado, come nel caso del coniuge, dei genitori e dei figli, allora l’aliquota tassa di successione cresce e arriva fino al 4% del valore dell’eredità ricevuta. Esiste, però, una franchigia da un milione di euro per tali persone.
Dunque, nel caso in cui l’eredità spettante a ciascuno sia inferiore al valore di un milione di euro, l’esenzione straordinaria di pagamento viene posta a tutela delle persone coinvolte. Dunque, se ricorrono tali condizioni, i soggetti interessati non sono tenuti a versare nessuna imposta.
Nel caso in cui gli eredi siano legati alla persona defunta tramite rapporti di fratellanza, si apre uno scenario diverso. L’aliquota tassa di successione, dunque, diventa del 6% e la franchigia di centomila euro. Si tratta di una somma riconosciuta al singolo beneficiario. Dunque, l’imposta si applica solamente quando il valore totale dei beni ereditari supera il valore della franchigia.
Il pagamento dell’imposta di successione spetta agli ascendenti e ai legatari. Dunque, non si parla solo dei figli o del coniuge della persona defunta. Nella categoria degli ascendenti legittimi rientrano anche genitori, nonni, bisnonni e altri individui appartenenti all’albero genealogico. I legatari, invece, sono le persone nominate nel testamento dal defunto. Si tratta anche di individui non appartenenti al nucleo familiare, quindi di cari amici.
Al costo dell’imposta di successione è necessario aggiungere alcune spese extra. Si tratta, ad esempio, della normale retribuzione spettante al notaio o al Centro di Assistenza Fiscale al quale ci si è rivolti per ricevere supporto legale. Una somma variabile a discrezione del professionista, ma che normalmente si aggira intorno a qualche centinaio di euro.
Il costo dell’imposta di successione dipende dal rapporto di parentela che lega il defunto con gli eredi. Nel caso di coniugi e parenti diretti, si parla di un’aliquota del 4%. Per i parenti fino al terzo grado l’aliquota sale al 6% e per tutti i soggetti terzi l’aliquota ammonta all’8%.