Per poter comprendere le peculiarità della successione testamentaria è opportuno inserirla nel quadro più generale delle successioni. Secondo la Legge italiana esistono tre tipologie di successioni:
La Legge italiana prevede che esista una quota di eredità che deve essere destinata ai legittimi eredi a prescindere da quanto venga espresso nel testamento: questa parte prende il nome di quota di riserva o quota legittima.
Bisogna sottolineare che la quota legittima identifica una parte dell’eredità che non può essere distribuita secondo i desideri del testatore perché spetta per legge ai soggetti legati per Legge al defunto. In questa ottica è opportuno tenere presente, quindi, che il patrimonio ereditario è diviso in:
La successione testamentaria si basa quindi sulla capacità del testatore di redigere un testamento che rispetti la legge (e rispetti quindi le quote di legittima). Possono scrivere un testamento tutti coloro non sono considerati incapaci agli occhi della Legge, ossia:
Qualora ci si trovi di fronte ad un testamento redatto da una delle figure sopra citate è possibile che il testamento non venga considerato valido e quindi non si possa procedere con la successione testamentaria.
La successione testamentaria richiede che la pratica sia conclusa entro l’anno (12 mesi) successivo alla scomparsa della persona cara. Entro questo termine deve essere comunicata la dichiarazione di successione all’Agenzia delle Entrate sulla quale, successivamente, gli eredi dovranno corrispondere le imposte previste.
Sebbene, in linea di massima, la successione testamentaria debba concludersi nei tempi indicati, è opportuno ricordare alcune situazioni in cui la scadenza viene spostata a 12 mesi da:
Un aspetto da non sottovalutare riguarda, inoltre, il blocco dei conti correnti: usualmente, infatti, il conto corrente viene bloccato dal momento in cui viene presentato il certificato di morte del defunto intestatario del conto, fino a quando non saranno individuati tutti gli eredi. Di solito, dal momento in cui viene presentata la dichiarazione di successione, l’istituto di credito può prendersi fino a 6 mesi per poter sbloccare i conti.
Pertanto, appare evidente come - sebbene la Legge metta a disposizione un anno per completare la successione testamentaria - è preferibile procedere quanto prima.
La successione testamentaria è un documento ufficiale che deve essere presentato dalla maggior parte delle persone per poter beneficiare dei beni che sono stati lasciati dal defunto o che spettano di diritto. Tuttavia, ci sono dei casi in cui non è necessario presentare una dichiarazione di successione e, di conseguenza, la successione testamentaria assume una forma diversa. È necessario che si verifichino - contemporaneamente - le seguenti condizioni:
La successione testamentaria è un momento molto delicato tra quelli che seguono la scomparsa di una persona amata. Oltre alle cerimonie funebri e al dolore della perdita di un familiare, la dichiarazione di successione (culmine e termine della successione testamentaria) costituisce un momento cruciale nel quale spesso gli eredi e i parenti si confrontano la prima volta con gli aspetti concreti che seguono la morte della persona.
Inoltre, la successione testamentaria potrebbe talvolta dare spazio a discussioni con i parenti, sugli eredi (reali o presunti) fino ad arrivare a vere e proprie discussioni accese. Bisogna quindi considerare comunque i termini entro i quali è fondamentale presentare tutta la documentazione, ossia 1 anno dalla scomparsa della persona cara (salvo le eccezioni sopra riportate).
Per affrontare al meglio la successione testamentaria, quindi, è opportuno da una parte rispettare il tempo di elaborazione del lutto senza lasciarsi cogliere dalla preoccupazione della pratica burocratica: su questo aspetto, infatti, una volta che sono stati individuati i professionisti di riferimento, lo svolgimento degli adempimenti è piuttosto agile. D’altra parte, non bisogna sottovalutare le implicazioni che la successione testamentaria comporta, soprattutto quando si hanno dei parenti con cui dividere l’eredità e le imposte che derivano dall’accettazione della stessa eredità.
Non è necessario che al momento della lettura della carta testamentaria siano presenti tutti gli eredi del defunto: è sufficiente la presenza di colui che ha consegnato il documento al notaio e di almeno due testimoni. Sarà compito del notaio redigere un atto in cui viene descritto lo stato di conservazione del testamento e riportare il contenuto ai presenti.
Dopo il decesso della persona venuta meno, e accertata l’esistenza di un testamento, questo deve essere pubblicato senza alcun indugio. In particolare, l’articolo 620 del Codice Civile stabilisce che chiunque sia in possesso di un testamento deve consegnarlo al notaio appena riceve notizia della morte del testatore. Successivamente, il notaio provvederà a chiamare tutti gli eredi per procedere alla lettura del testamento.
In base all'art. 480 del Codice Civile, il diritto di accettare l'eredità si prescrive in dieci anni dal giorno della morte del defunto. Anche nel caso di specie in cui gli eredi del de cuius sono venuti a conoscenza dell'immobile caduto in successione molti anni dopo la morte del testatore, il termine è identico.